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FORMAZIONE PROFESSIONALE: LE SCELTE SBAGLIATE DELLA REGIONE LAZIO
Nel decreto non solo soluzioni per i precari, anche nuove opportunità professionali per chi è già in ruolo
Sul decreto precari varato mercoledì 6 agosto dal Consiglio dei Ministri un commento della segretaria generale CISL Scuola
Le soluzioni riprese nel testo del decreto sui precari varato dal CdM di mercoledì 6 agosto, frutto di un confronto approfondito tra sindacati e MIUR al tavolo tematico sul reclutamento, tengono conto sia della necessità di assicurare un adeguato livello di qualità professionale di chi accede all'insegnamento, sia del doveroso riconoscimento del servizio prestato dai precari con giusto equilibrio fra le tante e spesso contrastanti aspettative del precariato stesso. Quelle individuate sono soluzioni che rispondono in modo equo ed efficace alle esigenze di stabilizzazione del precariato nella scuola, offrendo nel contempo e più in generale opportunità per chi vuole intraprendere percorsi di crescita lavorativa, con soluzioni che meriterebbero di essere ulteriormente sviluppate per offrire ad una platea più ampia di docenti di ruolo (compresi quelli di infanzia e primaria, oggi esclusi) un’occasione per partecipare a corsi qualificanti, programmati nel tempo dalle Università e utili per la mobilità professionale. A quanti lamentano la mancanza di un vaglio selettivo, ricordiamo che i PAS (Percorsi Abilitanti Speciali) previsti dal decreto sono a tutti gli effetti strumenti di seria formazione professionale in ingresso e di efficace selettività nell’accesso al ruolo attraverso regole stringenti.
INCONTRO OOSS SCUOLA LAZIO CON ENTE FORMALBA 13 OTTOBRE
Il giorno 13 ottobre 2017, si è svolto l’incontro, atteso e richiesto, tra le OOSS regionali della scuola e la nuova proprietà di Formalba, rappresentata dall’amministratore della ALES DON MILANI, Claudio Bosi. L’incontro verteva sulle prospettive di risanamento e rilancio della ex partecipata albanense. Assente dal tavolo di confronto la Regione Lazio, che ribadisce, così, in modo implicito la propria volontà di non contribuire alla gestione delle crisi aziendali che si verificano nel settore della formazione professionale, come, invece, indicato dalle leggi regionali 23/1992 e e 14/1999.